Riccardo Casamassima, un padre, un marito, un Carabiniere. Un uomo troppo perbene, che ha fatto della Giustizia e della Verità la sua ragione professionale e di vita.

Nel “caso Cucchi”, la testimonianza di Riccardo Casamassima ha riscritto la Storia
Il 31 ottobre 2014, la Corte d’Appello assolve tutti gli imputati (medici, infermieri, agenti di Polizia Penitenziaria) per la morte di Stefano Cucchi. La sorella Ilaria chiede ulteriori indagini prima del ricorso in Cassazione (verrà querelata dal sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, perchè la sorella «istiga all’odio e al sospetto nei confronti dell’intera categoria di soggetti operanti nell’ambito del comparto sicurezza»). Ma c’è qualcuno che la verità la conosce. Riccardo Casamassima confidava nelle indagini degli inquirenti per far ottenere giustizia alla famiglia Cucchi, ma così non andò e quindi decide di parlare. Il 30 giugno 2015 rende spontanee dichiarazioni al PM Giovanni Musarò, offrendo delle rivelazioni-choc.
Nell’ottobre 2009, alla presenza della moglie dello stesso Casamassima, Maria Rosati, il maresciallo della Stazione dei Carabinieri di Tor Vergata esprimeva forte preoccupazione riguardo al pestaggio compiuto dai Carabinieri durante l’arresto di uno spacciatore. Quella notte, Cucchi venne arrestato dai Carabinieri della Stazione Appia, per essere poi trasferito alla Stazione di Tor Sapienza, dove arriverà già col volto tumefatto. Nei giorni seguenti, tutti videro le ferite, il sangue e i lividi: Carabinieri, Penitenziaria, magistrato, avvocato e medici del carcere. Stefano Cucchi è morto perché tossicodipendente, anoressico, epilettico. Nessun colpevole.
Dopo la denuncia di Casamassima, crolla il muro di gomma
Il 16 novembre 2017 (dopo oltre 8 anni dalla morte di Cucchi), inizia il processo per omicidio preterintenzionale ai danni di 5 carabinieri. Sembra finalmente che lo Stato si schieri a favore della Verità e di quella giustizia agognata da tutti. Sembra, appunto. Perché in tutto questo bailamme, c’è un’altra vittima. Ed è proprio Riccardo Casamassima, punito, trasferito, calunniato, abbandonato.
Riccardo Casamassima, un uomo solo

Dopo avere per anni compiuto arresti di grande rilevanza, aver onorato la divisa ricevendo numerosi encomi e riconoscimenti, diventa improvvisamente un Carabiniere sotto la media, con frequentazioni molto sospette e relegato a compiti marginali all’interno dell’Arma. Un Carabiniere del suo calibro spedito prima alla Caserma di San Vittorino Romano, il paesino più ad est dell’Agro Romano ed in seguito trasferito alla Scuola Allievi. Pesanti le ripercussioni economiche e professionali. Vietati gli straordinari, lavoro d’ufficio, per Casamassima un vero e proprio declassamento. Viene spontaneo chiedersi il perché. Attaccato da più parti, senza prove, ad oggi si sente abbandonato dalle Istituzioni, ma non dalla gente comune. Tantissimi gli attestati di stima da parte di chi gli rende merito di aver onorato la divisa che indossa e che tanto dolore gli sta procurando.
Il processo Cucchi non è ancora terminato, anche la moglie di Casamassima tra i testimoni
Il 29 settembre sarà ascoltata Maria Rosati in qualità di testimone nel Processo Cucchi. “Il legale della famiglia Cucchi ha dichiarato l’intenzione da parte del Comandante Generale di punire i testimoni”, così scrive Riccardo Casamassima sulla sua pagina Facebook il 23 settembre, chiedendo a tutti di stringersi intorno alla sua famiglia, perché a pensar male si fa peccato, ma molto spesso, lui ci ha azzeccato.
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