Anna Pisanò con le sue testimonianze è da ritenersi senza dubbio la testimone chiave nel processo di Avetrana. Definita dall’Avv. Coppi “la più pettegola tra le donne di Avetrana”, vediamo quante volte e in che modo si è resa protagonista nel processo.

Partiamo dalle dichiarazioni di Anna Pisanò in riferimento alla mattina del 26 agosto, giorno della scomparsa di Sarah

Anna Pisanò arriva da Sabrina alle ore 8 per eseguire un trattamento estetico. Secondo la sua ricostruzione, Sarah arriva alle 9.10, stranamente fredda nei suoi confronti. Incredibile l’accuratezza nel descrivere la ragazza, dopo 20 mesi: “Arrivò Sarah con un pantaloncino nero, maglietta nera e infradito, capelli tirati con la codina, non pettinati e aveva una faccia proprio triste, arrivò con la testa in giù”. Aggiunge poi che Sarah entrò senza salutare, cosa che la Pisanò trovò inspiegabile. Secondo lei, lo stato d’animo era riferibile alla presunta litigata della sera prima tra Sarah e Sabrina.

Ricordiamo che la sera del 25 agosto la Pisanò non si trovava al Pub 102, quindi, sempre de relato,e non in prima persona, venne a sapere della discussione (smentita dalla stessa Mariangela Spagnoletti, potete trovarlo qui).

A una domanda del PM: “Con lei era particolarmente affettuosa Sarah?” rispose: “Sì”. Noi ora sappiamo che questo non è vero. Ci fu un episodio, diverso tempo prima, che incrinò in modo significativo i rapporti tra Sarah Scazzi e Anna Pisanò. Quest’ultima, riferì alla ragazza che Giacomo, il padre di Sarah, aveva atteggiamenti a dir poco discutibili nei confronti di alcune donne di Avetrana. Sarah rimase molto turbata e ne parlò con Concetta, circostanza confermata da quest’ultima. Anche Sabrina riporta questa circostanza, parlandone in modo quasi stizzito, non comprendendo come mai una donna adulta, madre di famiglia, vada a confidare certi pettegolezzi ad una ragazzina.

Anna Pisanò decise, dopo la morte di Sarah, di “adottare” il cane della ragazza, Saetta. Salvo poi cambiare idea e darlo via.

Anche nei confronti di Sabrina, la Pisanò non risparmia allusioni a sfondo sessuale: parlando di un trattamento che Sabrina avrebbe dovuto eseguire ad Ivano Russo, nella fattispecie un massaggio per la cervicale, la Pisanò dichiara: “E io, un po’ cattiva, dissi: e che li fai, a luci rosse?”. Ricordiamo quante volte la Pisanò ha parlato della presunta ossessione di Sabrina per Ivano. E’emerso, però, che più di una volta la stessa Pisanò “controllava” Ivano sul posto di lavoro, riferiva a Sabrina con chi lo vedeva parlare, lo contattava su Facebook.

Anna Pisanò è ovunque, sa gli affari di tutti, parla con tutti.

Riguardo allo stato d’animo di Sarah quella mattina, le parole della madre Concetta e del padre Giacomo, della proprietaria del negozio Eurocasa, del macellaio, della vicina di casa, dello zio Giuseppe e della zia Emma, non lasciano spazio a dubbi. Per tutti era serena, felice, tranquillissima.

Ora, alcune domande sorgono spontanee. Se la sera prima ci fosse stato questo litigio così grave, perché la mattina dopo Sarah si reca da Sabrina appena sveglia, senza nemmeno fare colazione? Perché le fa addirittura un grande favore, tornando da Concetta per farsi dare i soldi per comprare un prodotto col quale Sabrina doveva eseguire un trattamento? Perché in tutti questi spostamenti, chiunque abbia visto Sarah la descrive serena, tranquillissima , tranne la Pisanò? Risulta difficile credere che l’odio e la rabbia di Sabrina siano stati messi in stand-by per qualche ora, fino ad esplodere ed arrivare all’omicidio appena 4 ore dopo.

Non solo, Sarah poi non vedeva l’ora di tornare da Sabrina, subito dopo pranzo, per andare al mare. Non sembra davvero un clima così pauroso e intimidatorio. Inoltre, essendo state insieme tutta la mattinata, così come tutti i giorni, c’era bisogno di ucciderla avendo i minuti contati, con Mariangela in arrivo?

Arriviamo alle ore della scomparsa di Sarah

Il pomeriggio della scomparsa, il marito e il genero della Pisanò la chiamano per dirle: “torna a casa che è sparita Sarah…”. Non è chiaro il perché, neanche appartenesse alle Forze dell’Ordine.

La sera del28 agosto,Miriam Cerra, la figlia della Pisanò, la chiama con urgenza: “mamma, corri, forse abbiamo trovato Sarah!”. Miriam si era appartata col suo fidanzato vicino al Palazzetto dello Sport di Avetrana, quando sentì urlare dentro al Palazzetto. Sabrina dice a Miriam di chiamare i Carabinieri. Miriam invece chiama la Pisanò. Onestamente, non si capisce perché…Qualche minuto dopo, si scoprì che i rumori che sentiva Miriam provenivano da una coppietta appartata, ma ovviamente venne dato risalto e visto in maniera negativa l’atteggiamento di Sabrina che non credette ad una Sarah che urlava e grattava i muri, all’interno dell’edificio (cosa effettivamente davvero fantasiosa).

L’attività di inquirente di Anna Pisanò non conosce limiti

Mesi dopo la tragedia, la Pisaanò va a raccontare ai Carabinieri che la signora Antonia Tondo Malorgio (suocera del Direttore della Masseria La Grottella, Giuseppe Nigro) le avrebbe riferito che il 26 agosto un uomo, con un furgone bianco, avrebbe effettuato una consegna di fiori alla suddetta Masseria, dov’era in corso un pranzo di matrimonio. I fiori sarebbero serviti per addobbare la suite 102, dove avrebbero pernottato gli sposi (falso, non hanno soggiornato lì). Addirittura, il Brigadiere Blaiotta si reca a casa della Pisanò, le consegna un registratore e quest’ultima, il 14 maggio 2011, incontra la sig.ra Tondo, cercando di farle rivelare più informazioni possibili. La signora Tondo non si fida, ma la Pisanò le assicura che il loro sarà un colloquio privato, in macchina.

La Tondo dice alla Pisanò che il furgone che ha visto ha forme arrotondate (come quello del pasticcere, come afferma Nigro), che non è in grado di riconoscere il fioraio Buccolieri come l’uomo che lo guidava. La Pisanò insiste, dice che tra poco verrà di nuovo ascoltata dai Carabinieri e non può rimangiarsi le dichiarazioni già fatte sull’accaduto, intimorendo così la Tondo: “se mi devo mangiare tutto, ci indagano a tutti e due, lo sai?”. La Tondo è perentoria, lei non ha assolutamente visto il fioraio, non può quindi dichiarare altrimenti. La trappola non ha funzionato.

Incredibilmente però, la registrazione viene dichiarata “non utilizzabile”. Secondo la Sentenza d’Appello, basta il fatto che la Pisanò abbia registrato per rendere credibili le sue dichiarazioni…

Neanche a dirlo, non c’è traccia di fattura, telefonate, ordini riguardanti la consegna di fiori da parte di Buccolieri.

Clamorosamente, l’ipotesi che qualcuno possa aver visto il furgone di Buccolieri dalla finestra della stanza 102 viene smentita categoricamente dagli stessi inquirenti in Tribunale.

Eppure, anche in questo caso, Anna Pisanò viene considerata attendibile.

Riferendosi sempre a quel fatidico 26 agosto, la Pisanò punta il dito contro chiunque

Dopo aver informato la Corte sul nome degli sposi (effettivamente utilissimo alle indagini…), dichiara quanto segue: “C’è tanta gente ad Avetrana che potrebbe parlare e non lo fa, persone che hanno visto e restano in silenzio. Quel pomeriggio le strade di Sarah sono state frequentatissime. All’ora del suo passaggio verso via Deledda, ci sono state 250 persone che si sono recate al pranzo matrimoniale al ristorante La Grottella che dista poche centinaia di metri. Non ci credo che nessuno ha visto, non ci ho mai creduto”.

Nonostante sia facile presumere che, visto l’orario di uscita da casa di Sarah, gli invitati fossero già arrivati al ricevimento.

C’è stato un momento, però, che la Cassazione non ritenne attendibili le parole di Anna Pisanò. Parliamo della presunta “confessione extragiudiziale” resa da Sabrina, guarda caso, proprio a lei

La sera del 6 ottobre, Michele Misseri crolla e confessa, accompagnando gli inquirenti al pozzo dov’è stata gettata Sarah. Sabrina è ovviamente sconvolta. Urla, piange, si dispera. Anna Pisanò si trova a casa della figlia, a pochi metri da casa Misseri. Va da Sabrina, prova a rincuorarla. Qui nasce, secondo noi, uno dei più grandi equivoci della vicenda. Queste le parole di Sabrina, riportate dalla Pisanò: “Anche io, dopo sette ore sotto torchio messa, avrei detto che ho ucciso Sarah e dove l’ho messa, ma non l’ho fatto. Dopo tante ore ti viene da dire la verità e finirla là. Però io non l’ho fatto. Papà sì, io non sono stupida”.

La Pisanò, i colpevolisti, i PM e larga parte dell’opinione pubblica, ci hanno letto una sorta di confessione, leggendola così: “papà è uno scemo, non ha retto la pressione ed è crollato. Io, che sono molto più sveglia, non sono crollata“. La domanda che tutti dovremmo porci è: questa frase, Sabrina l’ha detta davvero? Secondo la Cassazione, no. Per la Cassazione, le dichiarazioni della Pisanò sono inattendibili: “l’enfatica attribuzione del valore di confessione extragiudiziale alle parole riportate dalla testimone Pisanò non è dunque giustificata e non è sorretta da adeguata base fattuale”.

Nessuno ha sentito nulla, nonostante casa Misseri, quella sera, fosse invasa dai giornalisti ed era presente la troupe del programma “Chi l’ha visto”, come tutti ricordiamo.

Analizziamo ora la presunta frase riportata dalla Pisanò. “Dopo tante ore ti viene da dire la verità e finirla là. Però io non l’ho fatto. Papà sì, io non sono stupida”. Neanche facendolo di proposito, questa frase poteva essere interpretata in maniera colpevolista. E’ così banale nella sua semplicità. Sabrina sta ancora metabolizzando le nuove clamorose rivelazioni, secondo le quali il papà avrebbe confessato. Addirittura, Michele sta portando gli inquirenti sul luogo della sepoltura.

E’ evidente la presa di coscienza di Sabrina. La si può tranquillamente parafrasare così: “Ormai inutile credere alla sua innocenza (ricordiamo il ritrovamento del cellulare di Sarah proprio da parte dello zio Michele una settimana prima, che fece sorgere già forti sospetti su di lui), se è crollato sotto interrogatorio e li sta conducendo sul luogo della sepoltura, non ci vuole un genio a capire che sia stato lui”.

Continuiamo. “Anche io, dopo sette ore sotto torchio messa, avrei detto che ho ucciso Sarah e dove l’ho messa, ma non l’ho fatto”. Quindi, secondo quanto avrebbe affermato Sabrina, lei stessa sarebbe crollata dopo un interrogatorio pressante di sette ore. Ci chiediamo: allora nessuno l’ha interrogata per sette, otto, nove ore? Se fosse stato fatto, avremmo da 10 anni la sua confessione. Ovviamente, è impensabile che non sia stato fatto. Sabrina è stata interrogata decine di volte, non da sprovveduti ma da comprovati professionisti che hanno usato tutte le migliori tecniche d’interrogatorio. Non è mai crollata.

Ripetiamo, NON E’MAI CROLLATA.

Nonostante la nota della Cassazione, la teste viene, di nuovo, considerata dai PM attendibilissima.

Riportiamo le parole dell’Avvocato Coppi: “Sabrina ammette di essere colpevole. Sabrina con la casa invasa dai giornalisti ammette la sua responsabilità…Con chi? Con la più pettegola delle donne di Avetrana, con la Pisanò!”

Ci fu poi un episodio in Tribunale, in cui la Pisanò mise in difficoltà gli stessi PM, contraddicendosi in maniera a dir poco imbarazzante

Ricordiamo i fatti: Anna Pisanò viene a sapere dalla figlia Vanessa Cerra che “qualcuno” ha visto Cosima e Sabrina sequestrare Sarah il giorno della scomparsa. Si tratta della famosa dichiarazione del fioraio (il quale viene indagato e condannato in primo grado a due anni e otto mesi per aver dichiarato che si trattava del racconto di un sogno, non di un fatto, ma ne parleremo nei prossimi articoli).

La Pisanò afferma che Vanessa le abbia detto questa cosa il 23 o il 24 settembre, a quasi un mese dalla sparizione di Sarah e una decina di giorni prima del ritrovamento del corpo. Si reca in Procura solo il 4 aprile dell’anno dopo per riferire ciò che ha saputo, parlandone però come un fatto reale (smentendo quindi Vanessa). Incredibilmente, quel giorno omette il nome del protagonista del racconto. Non si è capito bene per quale motivo, il giorno dopo torna di nuovo in Procura, facendo finalmente il nome di Giovanni Buccolieri.

Durante il processo, Anna Pisanò prima afferma di aver saputo che il protagonista fosse Buccolieri il 17 marzo, il 4 aprile giura in Procura di non saperne il nome, il giorno dopo dichiara di aver saputo il nome e di averlo riferito subito. Ma non è vero. Lei stessa afferma di averlo saputo il 17 marzo, perché ha giurato di non saperlo il 4 aprile? E perché questo cambiamento d’idea così repentino a distanza di un solo giorno? Non ci è dato saperlo, tanto ormai è considerata attendibile qualsiasi cosa dica o faccia.

Le dichiarazioni rese da Vanessa Cerra ai PM

Il 27 giugno 2011, sentita dai PM in Germania (dove si è trasferita) e mai in Tribunale, Vanessa Cerra dichiara:

“Al richiamo della dichiarazione che ha rilasciato mia madre, io concordo che i dettagli riferiti scaturivano da me. Ma ho chiarito a mia madre che la persona, di cui non avevo fatto il nome, sosteneva sempre che si trattava di un sogno”.

Ormai la Pisanò è fuori controllo, continua ad accusare chiunque, riportando sempre dichiarazioni de relato (per sentito dire), gettando nella mischia continuamente nuove persone.

Dall’interrogatorio del 27 ottobre: «Ho da riferirvi un’altra circostanza, ovvero che, a circa venti giorni dalla scomparsa di Sarah, mentre mi trovavo a casa di Concetta Serrano, – racconta la donna nella caserma dei carabinieri di Avetrana – per farle visita, Concetta mi disse che il pomeriggio della scomparsa di Sarah mentre erano tutti impegnati nella sua ricerca, la sorella Emma Serrano, ha notato un cane di piccola pezzatura con in bocca una corda. Concetta mi disse che la sorella aveva sottratto la corda al cane, l’aveva messa in una busta e poi portata presso la sua abitazione (di Emma)».

Ora, la Sentenza indica in una cintura l’arma del delitto, quindi perché insinuare che Emma Serrano abbia deliberatamente nascosto una corda, come fosse l’arma del delitto? Che prove ci sono di quanto afferma la Pisanò? Di nuovo, nessuna. Ne parlò Concetta, la Pisanò non ha visto questa scena.

Prima di parlare dell’episodio riguardante Emma, la Pisanò parlò di alcuni operai che stavano ristrutturando un edificio scolastico e che, a detta sua, avevano l’abitudine di fischiare alle donne, lei compresa. Cosa voleva insinuare, parlando di loro? Che potevano entrarci qualcosa? Che avrebbero potuto sapere qualcosa? Visto qualcosa? Niente? Non si sa…

Prima ancora, chiede a Concetta se può farla incontrare con la giornalista Maria Lucia Monticelli, perché ha da dirle qualcosa di importante. L’incontro avviene e la Pisanò confida alla giornalista: “siccome mi sento un po’sensitiva, ho sognato che Sarah è stata rapita e si trova a Gallipoli” e chiese poi a Cosima Misseri di recarsi dai Carabinieri per raccontare questo sogno. Una cosa davvero senza senso.

Qualche tempo dopo il colloquio tra Vanessa Cerra e la Pisanò, quest’ultima arriva addirittura a minacciare il fioraio Buccolieri.

Come se non bastasse, Anna Pisanò riferisce agli inquirenti che Cosima non sarebbe andata a lavorare il 26 agosto mattina. Lo avrebbe saputo da una collega di Cosima, (di nuovo, sempre, de relato) ma smentita dalle parole e dai documenti del datore di lavoro, il quale produsse un documento in duplice copia coi nomi dei lavoranti, tutto confermato in un video.

Dopo aver più volte dichiarato di ritenere Michele Misseri innocente e di provare pena per lui, non si comprende l’atteggiamento della Pisanò durante un collegamento con Barbara D’Urso, dove dichiara: “vuole suicidarsi? Pace all’anima sua!“. L’empatia e la solidarietà della Pisanò verso Michele Misseri sono pari a zero. Da una donna cristiana, che dice con aria commossa in Tribunale: “aver visto Sarah triste il 26 agosto mattina mi ha fatto stare male tutta la giornata”, non ci aspettiamo di certo un simile menefreghismo di fronte al dolore di un uomo. Fa rabbrividire il pubblico che ride e applaude. Si parla della volontà suicidaria di un uomo, ritenuto oggi come allora, vittima, buono, sottomesso, incastrato e maltrattato dalle donne di casa…

Chiediamo all’opinione pubblica e ad Anna Pisanò: decidetevi! Se per voi è innocente, casto e puro, perché meriterebbe di morire? Ormai sputare sentenze, anche se contradditorie, sembra il nuovo sport nazionale.

Ora, tutto questo ci lascia molte domande:

  • Se la Pisanò seppe il 23 o 24 settembre del rapimento, perché quasi quotidianamente (come da lei affermato) frequenta casa Misseri fino al 27 ottobre? Perché il 6 ottobre va a consolare Sabrina, quando già sapeva che Sabrina stessa aveva rapito Sarah? Perché ascoltò e ritenne vera la “confessione extragiudiziale” di Sabrina, ma si fida ad andare a trovarla a casa, rimanendo sola con lei? Eppure la reputa un’omicida…
  • Perché non ha parlato agli inquirenti del rapimento il 27 ottobre, quando raccontò di tutto tranne quello? Forse aveva ragione il fioraio, che disse che ne parlò a Vanessa dopo il ritrovamento del corpo?
  • Perché Vanessa Cerra viene ascoltata in Germania solo dai PM di Taranto e non è mai stata a disposizione della difesa? Perché non si è mai presentata in Tribunale, essendo partito da lei il discorso del fioraio? Non sarebbe stata utilissima la sua testimonianza al Processo? Hanno indagato e condannato tutte le persone che hanno parlato col fioraio, rei di aver riferito che Buccolieri parlò loro solo di un sogno, ma anche Vanessa riferì la stessa cosa…

Vanessa ha nascosto una cosa così importante per il Processo, sapendo da fine settembre del rapimento? E’ fondamentale ricordare che SARAH POTEVA ESSERE ANCORA VIVA. Eppure non si è mai fatta avanti per raccontarlo…E’ logico dedurre, quindi, che Vanessa sapesse che si trattasse solo di un sogno (ed è quello che ha dichiarato ai PM in Germania), quindi la Pisanò ha raccontato la storia a modo suo. Ed è stata creduta lei, non la figlia…

Non ci sono foto di uscite, occasioni particolari, feste, che ritraggono Sabrina e Anna Pisanò insieme. Nessuno ha mai detto di averle viste insieme fuori, a cena, per negozi. Nonostante questo, e le acredini che ben conosciamo, ancora per qualcuno le due erano grandi amiche.

Se fosse stata Sabrina a contraddirsi, cambiare idea, minacciare? Accusare chiunque, quindi depistare? Sabrina NON SI E’MAI CONTRADDETTA, Anna Pisanò più e più volte.

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