Dopo quasi 11 anni la vicenda di Avetrana continua a far discutere. Il perché è semplice: sempre più persone si stanno rendendo conto dell’assoluta mancanza di prove contro Sabrina e Cosima. Dopo oltre un decennio, tra assoluzioni, prescrizioni e tante, tantissime chiacchiere, sembra che il mistero sulla morte di Sarah Scazzi sia tutt’altro che risolto.

Oltre all’evidenza più clamorosa, ovvero la totale mancanza di prove contro le due donne, vi parliamo di 10 cose che molto probabilmente non sapete sul “Delitto di Avetrana“.

P.S. quando dite: “di prove ce ne sono a decine, le hanno gli inquirenti”, è FALSO! Il processo è stato pubblico, così come le sentenze e le motivazioni. E’ stato un processo INDIZIARIO, senza se e senza ma. Non ci sono cose in mano agli inquirenti che non sono uscite o che usciranno. Non ci sono prove “segrete” né assi nella manica da tirare fuori al momento opportuno. Semplicemente, vi piaccia o meno, PROVE non ce ne sono.

1) Secondo Concetta Serrano, (la mamma di Sarah), la figlia uscì di casa alle 14.30 di quel maledetto 26 agosto. Fatto confermato da diversi testimoni che avvistarono Sarah a quell’ora per le vie di Avetrana. Concetta ne è talmente certa che indica proprio quell’orario durante la denuncia di scomparsa di Sarah. Si presentò ai Carabinieri pochi minuti dopo le 15, quindi impossibile che potesse sbagliarsi. Però, però, Sabrina per quell’ora aveva un alibi granitico. Incredibilmente, la sentenza di condanna di Sabrina e Cosima recita questo: “ha osservato la Corte d’Assise d’appello come la morte di Sarah Scazzi era avvenuta tra le 14.00 e le 14.15“.

2) Durante il dibattimento, sono stati considerati attendibili tre testimoni: Antonio Petarra, Donato Massari e Giovanni Buccolieri. Tutti e tre avrebbero visto Sarah quel pomeriggio, due di loro avrebbero addirittura assistito all’inseguimento di Sabrina e Cosima per le vie di Avetrana, mentre Sarah tentava di fuggire. Quello che probabilmente non sapete è che tutti e tre, ripetiamo considerati attendibili, riportano orari completamente diversi dell’avvistamento. Antonio Petarra, dopo aver riferito più volte di aver visto Sarah per due volte quel giorno, dopo mesi ricorda di averla vista anche una terza volta. L’ultima intorno alle 13.45, mentre la ragazza si dirigeva verso casa Misseri. Donato Massari, invece, descrive la scena dell’inseguimento, dichiarando di aver finito di lavorare alle 14.15 e di aver avvistato l’auto di Cosima che inseguiva Sarah alle 14.35. Ma secondo la sentenza, Sarah a quell’ora era già morta. Arriviamo ora a Giovanni Buccolieri, il famoso “fioraio di Avetrana“. Tralasciando tutta la storia del sogno-non sogno sulla quale torneremo, leggendo il verbale delle sue dichiarazioni salta immediatamente all’occhio l’orario in cui dichiara di aver visto Sarah inseguita dalla zia e dalla cugina: le 13.20. Secondo la logica, quindi, Sarah esce di casa verso le 13.45, viene inseguita dalla zia e dalla cugina alle 13.20 e raggiunta alle 14.35. Ed è morta tra le 14 e le 14.15. Tutto normale?

3) Si parla da sempre della gelosia di Sabrina verso Sarah, addirittura ritenendola il movente. Sarah si sarebbe infatuata di Ivano Russo, provocando l’ira di Sabrina, la quale riteneva la cugina una rivale in amore. Se ricordate le dichiarazioni di Concetta, però, una domanda sorge spontanea: se Sarah aveva il permesso di uscire solo con Sabrina, perché quest’ultima continuava a portarla con sé ovunque, anche in presenza di Ivano? C’era bisogno di ucciderla? Bastava lasciarla a casa e non avrebbe più rappresentato un “pericolo”. Tra l’altro, la stessa Cassazione ritiene il movente della gelosia non credibile.

4) Secondo la Procura, gli SMS inviati da Sabrina dalle 14.20 alle 14.40 di quel giorno, così come lo squillo effettuato dal telefono di Sarah, servivano esclusivamente a fornirle un alibi. Aveva già ucciso Sarah. Ora, qualche considerazione è d’obbligo. In primis, se hai un appuntamento con una tua amica e pochi minuti a disposizione, è proprio il caso di compiere un delitto quel giorno? Sarah praticamente viveva a casa Misseri, non era più comodo trovare un momento più opportuno? Non solo. Se davvero vuoi crearti un alibi, aspetti che sia la tua amica ad iniziare la sequenza degli SMS? Ebbene sì, il primo messaggio fondamentale per l’alibi di Sabrina lo manda Mariangela Spagnoletti. E se non lo avesse inviato? O se l’avesse inviato mezz’ora dopo? Addio alibi. Vi sembra credibile?

5) Secondo la sentenza, Sarah è stata uccisa da Sabrina in casa e non in garage. Automaticamente, Cosima non avrebbe potuto non accorgersi di niente. Perché lo stesso discorso non vale per Michele? Non si trovava sulla sdraio in cucina? Ma non è questa la cosa più curiosa. Sapevate che non c’è nulla che possa ricondurre alla presenza di Sarah in casa Misseri in quei momenti? Niente, assolutamente niente. Nessuno ha visto Sarah entrare in casa di Sabrina quel giorno. Ma senza alcuna prova, è diventato il luogo del delitto.

6) Avrete sentito tantissime volte dire che Sabrina era ossessionata da Ivano, tanto da avergli inviato 4500 SMS! Ora, vista così fa un certo effetto. Ma la realtà è ben diversa. Esistono davvero 4500 SMS, ma sono stati inviati da entrambi, per di più in 7 mesi. Quindi, mediamente, 8 messaggi al giorno inviati da Sabrina e 8 inviati da Ivano, AL GIORNO. 8 messaggi al giorno sono la prova dell’ossessione di Sabrina? Sapete che dai tabulati risulta, ad esempio, che Ivano la chiamava AMORE? Sapete che sono state trovate foto di Ivano, in posa a torso nudo, che si faceva fotografare da Sabrina? C’è chi la chiama ossessione e chi flirt, tresca, filarino, rapporto di coppia.

7) Per mesi, ed ancora adesso qualcuno ne è convinto, si è detto che Sabrina e Cosima la mattina dopo la scomparsa di Sarah si siano recate in Contrada Mosca, al pozzo per capirci, a controllare se Michele avesse seppellito bene Sarah. Loro hanno sempre affermato di essere andate, la mattina del 27 agosto, nella Caserma dei Carabinieri di Avetrana (fatto confermato). Perché tanta gente è ancora convinta che si siano recate davvero in Contrada Mosca? Il loro telefono agganciò la cella che copriva proprio quella zona. Tutto chiaro allora, erano lì perché sapevano! E invece, sicuramente non sapete che i loro telefoni agganciarono la cella n. 40035, che copre sì Contrada Mosca, ma anche la Caserma dei Carabinieri, dove effettivamente si recarono.

8) Mentre per molti la prova della colpevolezza di Sabrina è data dalle parole di Anna Pisanò, pochissimi sanno che la Corte di Cassazione scrisse che le dichiarazioni della Pisanò sono inattendibili: “l’enfatica attribuzione del valore di confessione extragiudiziale alle parole riportate dalla testimone Pisanò non è dunque giustificata e non è sorretta da adeguata base fattuale”. Non solo, ma se la Pisanò seppe il 23 o 24 settembre del rapimento, (parole sue), perché quasi quotidianamente (come da lei affermato) frequentò casa Misseri fino al 27 ottobre? Perché il 6 ottobre va a consolare Sabrina, quando già sapeva che Sabrina stessa aveva rapito Sarah? Perché ascoltò e ritenne vera la “confessione extragiudiziale” di Sabrina, ma si fidava ad andarla a trovare a casa, rimanendo sola con lei? Eppure la reputava un’omicida! Inoltre, sapendo del rapimento prima del ritrovamento del corpo di Sarah, perché la Pisanò non parlò subito? Tecnicamente, Sarah poteva ancora essere viva!

9) Come può un padre accusare la propria figlia? Intanto, esistono padri che maltrattano, violentano e uccidono i propri figli. No, non è assolutamente normale, ma purtroppo capita. Quello che ha sempre dichiarato Michele è che fu “ingannato” dal suo avvocato e dalla sua consulente. In pratica, gli fu detto che c’erano talmente tante prove contro Sabrina che se lui avesse parlato di un incidente, non le avrebbero fatto praticamente nulla. Se invece fosse stato zitto, Sabrina sarebbe stata condannata a 30 anni di carcere. Per rendere credibile questa versione, Michele parlò di un gioco, precisamente del “cavalluccio“, dove Sarah era il cavallo e Sabrina il fantino. Sarah sarebbe scivolata e con una cinta usata a mò di briglie, inavvertitamente sarebbe stata strangolata. Tutto questo in un torrido pomeriggio d’estate, in garage, mentre stava arrivando Mariangela per andare al mare. E voi ci credete?

10) Come tutti sappiamo, Michele Misseri cambiò versione diverse volte, 7 per la precisione. I più diranno: beh, tra queste 7, sicuramente una vera c’è! Non possiamo averne la certezza, ovviamente, ma mettiamo il caso che sia così. Bene, in tutte e 7 le versioni il nome di Cosima non compare mai. MAI. Nemmeno una volta, nemmeno per sbaglio. Quindi, se Michele disse la verità quando accusò Sabrina, perché a questo punto non dire tutta la verità e parlare del ruolo della moglie? Se Cosima non partecipò all’omicidio, come mai è stata condannata all’ergastolo? O, più, semplicemente, la prima versione, la sera della confessione, è quella reale? Lì non c’erano avvocati, non c’erano TV e giornali, nessun tipo di pressione. Michele crollò e confessò.

Se tutto questo non vi fa venire nessun dubbio, vi lasciamo con una chicca. Sabrina si creò l’alibi inviando SMS a Sarah e facendosi da sola uno squillo col telefono della cugina per far credere che fosse ancora viva. Come faceva però a sapere che nessuno a casa Scazzi avesse guardato l’orologio? Se Sarah è uscita alle 13.30, a cosa serviva un alibi alle 14.30? Concetta, o il padre di Sarah, o la badante, avrebbero potuto dire subito l’orario esatto. Casa Scazzi e casa Misseri distano circa 7 minuti a piedi. L’alibi a Sabrina sarebbe servito alle 13.40, non alle 14.30!

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David Mario Arciero

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